Le diete ipocaloriche sono affidabili ?

In questo articolo e nei successivi riprenderò un tema che a sta a cuore a molti di Voi, cari amici lettori,  visto le nuemrose e-mail che mi sono arrivate in questi mesi, e cioè quello delle diete ipocaloriche.

Ogni anno, alcuni mesi prima del periodo estivo, la maggior parte delle testate giornalistiche pubblica degli articoli che vertono a consigliare delle diete ipocaloriche per dimagrire.

Gli editori così facendo non fanno altro che accontentare le richieste dei lettori, che proprio nei mesi che precedono l’estate, vogliono o forse è meglio dire, pretendono, una ampia carrellata di diete dimagranti poiché “la prova del costume da bagno” non è andata a buon fine.

Ma, cari amici lettori, se stiamo attenti, le cosiddette “diete miracolose” proposte dalle varie riviste, che riescono a farci perdere da 3 a 5 chili, hanno sempre un comune denominatore, cioè propongono sempre una formula dietetica ipocalorica.

Se ci guardiamo attorno, però, quelli che rimangono sempre grassi fino addirittura a diventare obesi, sono proprio quelle persone che continuano a calcolare le calorie presenti negli alimenti.

Quindi contrariamente a quanto alcuni credono ancora, la persona obesa non è necessariamente qualcuno che mangia troppo, ma nella maggior parte dei casi è il contrario.

È stato statisticamente evidenziato che tra gli obesi soltanto il 15% mangia troppo, mentre il 34% mangia normalmente e il restante 51% mangia poco o forse molto poco.

Come abbiamo già detto negli articoli precedenti del blog tutte quelle persone che hanno seguito una dieta ipocalorica, ottengono dei buoni risultati solamente all’inizio, ma che poi non si riesce mai a stabilizzarli nel tempo più o meno breve.

Ma cerchiamo di capire di quello che accade nell’organismo.

Immaginiamo che la razione quotidiana di una persona sia di 2500 calorie e che abbia qualche chilo di troppo da perdere. Se abbassiamo la razione di calorie a 2000, quindi facciamo seguire al soggetto una dieta ipocalorica classica, andremo a creare un deficit di 500 cal.

L’organismo di questa persona, abituata a ricevere 2500 calorie, risente immediatamente della mancanza e andrà a prendere l’equivalente di 500 cal dalle proprie riserve di grasso, pertanto ci sarà una corrispondente perdita di grassi di accumulo.

Ad un certo momento della dieta, che varia da soggetto a soggetto, si nota che la perdita di grasso non avviene più, sebbene la persona continui ad effettuare la diede ipocalorica.

Si è quindi stabilito progressivamente un equilibrio tra le calorie che entrano e quelle che escono, quindi quando si danno 2000 cal ad un organismo, a un certo punto esso decide di contenersi e si assiste ad una ” stagnazione” del peso.

Addirittura se si decide di prolungare la dieta ipocalorica, pensando che la perdita di peso riprenderà in un secondo  momento, la delusione sarà ancora maggiore, in quanto la curva del peso comincerà ad aumentare, quindi sembrerebbe un paradosso, ma nel momento in cui si mangia meno si ingrassa.

Nel prossimo articolo spiegheremo  perché nel nostro organismo succede questo.

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